I primi cenni dell'insediamento risalgono all'XI secolo (periodo in cui Enrico IV donò il villaggio al vescovo di Freisingen). Nel 13 secolo l'abitato fu annesso alla Repubblica di Venezia. Denominato San Pietro dell'Amata nella prima cartografia dell'Istria, del 1525, fu assegnato all'Austria nel 1797 e sino al 1918. Il nome fu inoltre mutato in Raven dal 1954 al 1992. L'insediamento ospita la chiesa di S. Pietro, citata per la prima volta nel 1579, che ospita un altare in rilievo restaurato, magnifico monumento rinascimentale, opera della scuola scultorea di Pietro Lombardi, di Venezia. L'abitato vanta un museo etnologico, ospitato nella cosiddetta "Casa di Tona", il cui piano superiore è composto dai vani residenziali can la cucina rurale e la stanza da letto, mentre in quello inferiore si trova un torchio per le olive restaurato, degna rappresentazione della vita rurale nel passato, in cui gli abitanti si occupavano di agricoltura, di viticoltura, di olivicoltura e di artigianato locale. Anche oggi gli abitanti, nel rispetto delle tradizione, si occupano prevalentemente delle stesse attività e nel villaggio è attivo un torchio per la spremitura delle olive. Sul colle sovrastante il villaggio si erge la chiesetta di Santo Spirito.
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