Il parco regionale delle saline di Sicciole, con una superficie di circa 650 ettari, è situato nell’estremo lembo sud-occidentale del territorio sloveno, in prossimità del confine con la Repubblica di Croazia, nella parte meridionale del Comune di Pirano. La zona più a nord del parco del parco, dove tuttora si produce il sale è denominata “Lera”. Questa resta delimitata a sud, in corrispondenza della zona chiamata Fontanigge, dal canale Grande del Valderniga. Le Saline di Sicciole e quelle di Strugnano restano tra le poche ancora funzionanti nel Mediterraneo settentrionale, dove il sale è tuttora prodotto secondo il metodo classico.
A Fontanigge in particolare la produzione fu abbandonata negli anni '60. Nel contesto del Museo del Sale è tuttavia ancora possibile assistere al ciclo di produzione secondo il metodo originario risalente al XIV secolo. Ogni campo salifero costituisce un’autonoma salina, con i propri bacini di condensazione e cristallizzazione.
A Lera (nella zona ancora “attiva”) i campi di cristallizzazione sono altresì separati da quelli di condensazione dell'acqua (bacini di evaporazione). La differenza tra i due metodi sta quindi nel processo nel processo tecnologico concernente la preparazione dell’acqua madre salina, la raccolta e l’immagazzinamento del sale, nonché i diversi strumenti di lavoro. Una caratteristica comune ad entrambe le aree è che il fondo de campo di sale è costituito dalla petola, una specie di biosedimento specifico che impedisce il passaggio di fango marino nel sale, trattenendo i singoli ioni dall’essere inglobati nella molecola salina.
Il Governo della Repubblica di Slovenia nel 2001 ha dichiarato le Saline di Sicciole parco naturale, mentre l'area del Museo delle saline è altresì tutelata quale monumento culturale di rilevanza nazionale. Nel 1993 le saline di Sicciole sono state le prime zone umide slovene, ad esser inserite nell'elenco delle zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar.
Il clima sub-mediterraneo, l'acqua nei bassi bacini ad alta salinità superficiale e la produzione del sale in modo tradizionale favoriscono condizioni ecologiche specifiche e queste supportano una grande varietà di specie e relativi habitat.
L’area di Lera è caratterizzata da specie di flora e fauna (Habitat) che si differenziano in ragione della quantità di salsedine presente nei campi saliferi, nei canali e dighe. Ancora più diversificati sono gli habitat nel sito di Fontanigge: si riscontrano canneti, prati di alofiti, bacini prosciugati, denudati o parzialmente ricoperti a vegetazione, così come isolotti nei bacini di sale, mentre habitat differenti tipicizzano le sponde. Per qualche specie costituisce attrattiva anche ciò che resta delle abitazioni storiche dei salinai. L’area di Fontanigge è circondata da cespugli e da prati carsici di macchia, talora secchi e talora umici, mentre gli alti argini sono bagnati da acque di scarsa profondità.
I terreni con significativa presenza di salsedine sono tipicamente abitati da specie denominate alofiti. Trattasi di piante dalla foglia e fusto grassi, tali da favorire la sopportazione di condizioni di forte aridità in assenza di acqua dolce. Ed infatti si riscontra prevalentemente la presenza della Salicornia patula, dell’Arthrocnemum fruticosum, l’ Halimione portulacoides e la Suaeda marittima. La pianta più attraente è senz’altro il Limonium serotinum con piccoli fiori viola e ghiandole del sale sulle foglie. In autunno, causa la carenza d’azoto, gli alofiti si colorano di rosso e viola.
Caratteristica dei bacini di sale sono i gamberetti delle saline (Artemia parthenogenetica), una specie di plancton di color rosso vivo, di dimensioni di appena un centimetro. All'elevata salinità dell'acqua nei bacini si è adattato anche il pesce tipico delle saline (Aphanius fasciatus).
Tra la fauna estremamente variegata si distinguono soprattutto gli uccelli, per un totale codificato di oltre 270 specie, di cui circa 90 nidificano. Per il rosso (Himantopus Himantopus) ed il Fraticello (Sterna albifrons) le saline costituiscono l’unica zona di nidificazione, mentre il gabbiano comune (Larus cachinnans), (Sterna hirundo) ed il fratino (Charadrius alexandrianus), trovano in tale area le migliori condizioni di nidificazione di tutta la Slovenia. In primavera ed autunno la molteplicità faunistica acquista ulteriore brio, allorché numerose specie migratrici sostano copiosamente in attesa di riprendere la propria rotta tra Europa ed Africa. Si ricorda infine che, nonostante qui non nidificano, l’area delle saline vede trattenersi per tutto l’anno anche tre specie di aironi: tra cui per dimensioni si distinguono l'airone bianco maggiore (Egretta alba) e l’airone cenerino (Ardea cinerea), mentre più piccolo risulta appunto l'airone minore (Egretta garzetta).
Il patrimonio culturale delle saline di Sicciole raccoglie i racconti di vita e lavoro secolare dei salinai, particolari della costa adriatica nord-orientale. La testimonianza più antica è conservata nel bacino delle Fontanigge, nel contesto delle saline. I ruderi delle case dei salinai, le tracce dei campi di sale, gli argini ed i canali testimoniano la storia delle vecchie saline di Pirano, in funzione fino agli anni '60 del secolo scorso. Il patrimonio culturale delle vecchie saline è conservato e protetto nel Museo del Sale, lungo il canale Giassi.
Il patrimonio tecnico è altresì ben visibile a Lera ed a Strugnano. Qui il ciclo produttivo è stato oggetto di significativo aggiornamento, mantenendo tuttavia vive le peculiarità della tradizione medievale di raccolta del sale, come avveniva alle antiche saline piranesi.